“Fate una creazione matematica! È semplice, è una qualsiasi cosa! Allora ecco: a partire da cifre, da numeri, da punti o da lettere, componete una cosa qualsiasi. Questa qualsiasi cosa tutti sono capaci di farla”(Le Bohec, 1985).
Queste parole racchiudono la consegna con cui il maestro Paul Le Bohec invitava i suoi alunni a produrre un “testo” di matematica completamento libero. Quel “qualsiasi cosa” è interessante perché è naturalmente collegato con la matematica del bambino stesso rendendo così visibile un pensiero spesso già fortemente matematizzato.
La creazione diventa un pretesto per lavorare insieme in classe su concetti nuovi, spesso anche “più alti” di quelli normalmente presenti nel curricolo di una certa classe. Cambia totalmente la prospettiva in cui ci si muove: non è più l’insegnante che delinea a priori un percorso, ma si innesca un processo di «devoluzione» attraverso il quale ogni bambino fin dall’inizio si sente responsabile del proprio apprendimento. L’insegnante deve essere preparato per saper raccogliere quello spunto e farlo diventare un progetto di ricerca per tutta la classe.
Nel 2020 è stato costituito il Gruppo di Ricerca Nazionale del Movimento di cooperazione educativa “CREAZIONI MATEMATICHE” che ha preso le mosse dai testi di Paul Le Bohec (Le Bohec, P., 2020) e dal metodo naturale di matematica. Da allora numerose insegnanti hanno provato a lavorare e documentare le loro pratiche e la progettazione delle loro classi si è quindi completamente rispecchiata nei lavori dei bambini, nelle loro intuizioni e nelle rielaborazioni collettive.
Ogni creazione diventa l’incipit di un percorso collettivo dove vengono affrontati e appresi nuovi concetti e dove necessariamente si esplorano gli obiettivi delle Indicazioni nazionali, costruendo un curricolo che è completamente calibrato su ciò che nasce all’interno del gruppo classe.
Al centro del metodo naturale si pone un processo che Freinet chiama tâtonnement del bambino che è il modo attraverso il quale i bambini costruiscono nuove conoscenze, utilizzando ciò che sanno per interpretare, capire ciò che ancora non sanno. È la modalità che permette ai bambini, anche i più piccoli della scuola dell’infanzia, di fare ricerca matematica libera: i bambini hanno delle idee e sanno pensare, in modo autonomo, agganciando ogni nuova conoscenza alle precedenti, sanno creare le connessioni giuste per giungere ad un risultato perché la “domanda di partenza” del lavoro di ricerca può nascere soltanto in un contesto basato sull’ascolto e sullo scambio continuo da bambino a bambino e da insegnante a bambino.
Quanto tratteggiato per la matematica vale anche per le scienze. L’idea di Le Bohec era infatti di organizzare nello stesso modo, cioè partendo dalle creazioni spontanee del bambino, tutte le discipline. Questo è ciò che ha motivato il gruppo ad ampliare la ricerca anche in questa direzione.
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